Credito d'imposta 2023: come utilizzarlo per l'industria 4.0

1-ago-2023

Anche nel 2023 le aziende possono usufruire del credito d’imposta per abilitare i vantaggi di Industria 4.0.


Il credito d’imposta è riuscito, in questi anni, a stimolare gli investimenti delle imprese per renderle pronte ad affrontare i paradigmi di Industria 4.0. Lo strumento è stato introdotto nel 2020 in occasione della revisione del Piano - nato nel 2016 come “Industria 4.0”, successivamente noto come “Impresa 4.0” e, nella versione corrente, come “Transizione 4.0” – in sostituzione all’ex iperammortamento e superammortamento per rendere gli incentivi ancora più appetibili alle imprese e stimolare gli investimenti.

Obiettivo che il Piano Transizione 4.0 è riuscito a raggiungere, anche se con performance eterogenee per quanto concerne le varie linee di intervento, nonostante le difficoltà legate alla pandemia. 
 
Anche nel 2023 le imprese possono usufruire del credito d’imposta per aggiornare le tecnologie in uso e promuovere digitalizzazione all’interno dell’azienda. Infatti, anche se da gennaio 2023 le aliquote sono state rimodulate - e alcuni strumenti agevolativi cancellati -, è stata confermata la valenza degli incentivi fino a dicembre 2025. Vediamo nel dettaglio quali sono le agevolazioni.
 

Credito d’imposta 2023, quali sono gli investimenti agevolabili

Il Piano Transizione 4.0 mira a rendere le imprese pronte per un’industria più efficiente, digitale e sostenibile. Nonostante la revisione, anche per il 2023 e fino a dicembre 2025 - e fino a giugno 2026 per le consegne degli ordini effettuati e saldati (almeno per il 20% del totale) entro il 31 dicembre 2025 - le imprese possono accedere al credito d’imposta e usufruire degli incentivi.
 
Va specificato che insieme al décalage delle aliquote, da gennaio 2023 le imprese non possono più usufruire del credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali materiali e immateriali semplici (ex superammortamento) né il credito d’imposta per la formazione 4.0.
 
I crediti d’imposta confermati per il 2023 e fino tutto il 2025 (con regola sopra indicata per gli ordini accettati e saldati almeno in parte) sono:
 
Credito d’imposta per i beni strumentali materiali 4.0
Credito d’imposta per i beni strumentali immateriali 4.0
Credito d’imposta per Ricerca, sviluppo e innovazione
 

Il credito d’imposta per i beni strumentali materiali 4.0

Per i beni strumentali materiali il credito d’imposta 2023 è così definito:
 
20% per investimenti fino a 2,5 milioni
10% per investimenti da 2,5 a 10 milioni
5% per investimenti da 10 a 20 milioni
 
Si tratta, ricordiamo, di quei beni elencati nell’allegato A (art.1, comma 9) della legge n.232 dell’11 dicembre 2016, che contiene la lista di “Beni funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello Industria 4.0”.
 
Questa lista fa riferimento a beni strumentali il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati o gestito tramite opportuni sensori e azionamenti, dotati delle caratteristiche necessarie ad abilitare l’intelligenza che caratterizza la fabbrica 4.0.
 

Il credito d’imposta per i beni strumentali immateriali 4.0

Non poteva non essere confermato il credito d’imposta per i beni strumentali immateriali 4.0, vale a dire quelli elencati nell’allegato B della legge sopra citata.
 
Questi beni, ricordiamo, includono software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni connessi a investimenti in beni materiali Industria 4.0. Si considerano agevolabili anche le spese per servizi sostenute mediante soluzioni di cloud computing per la quota imputabile per competenza.
 
Le agevolazioni in vigore per gli investimenti realizzati nel 2023 prevedono un credito d’imposta pari al 20% per investimenti fino a 1 milione di euro.
 
Va sottolineato che il credito d’imposta per questi investimenti continuerà a diminuire nel periodo di riferimento. A meno di interventi di modifica, per il 2024 è prevista un’aliquota del 15% per questo tipo di investimenti, che scenderà ulteriormente al 10% a partire da gennaio 2025. 
 

Credito d’imposta per Ricerca, sviluppo e innovazione 

Il credito d’imposta per le attività di ricerca, sviluppo e innovazione ha l’obiettivo di sostenere la competitività delle imprese stimolando gli investimenti in Ricerca e Sviluppo, Innovazione tecnologica, anche nell’ambito del paradigma 4.0 e dell’economia circolare, Design e ideazione estetica.
 
Per questo incentivo l’arco temporale definito copre tutto il 2031 per le attività di ricerca e sviluppo, mentre il credito d’imposta per le attività di innovazione e design al momento è confermato fino al 2025.
 
Le aliquote previste sono così definite:
 
10% per attività di ricerca e sviluppo con massimale di 5 milioni
5% per attività di innovazione o per attività̀ di design e ideazione estetica con massimale di 2 milioni
10% per attività di innovazione con finalità orientate a un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0 con massimale di 4 milioni
 

Credito d’imposta, perché investire nel 2023

Come si è visto, il credito d’imposta a sostegno degli investimenti delle imprese per la trasformazione digitale ha subito negli anni diverse modifiche. Attualmente il Piano Transizione 4.0 è in fase di revisione per valutare come rimodulare gli incentivi.
 
Il Piano Industria 4.0 era infatti nato come uno strumento che intendeva fornire uno “shock” a un sistema dove gli investimenti delle imprese erano pressoché fermi, in un contesto dove l’avvento di Industria 4.0 imponeva la necessità di aggiornare le tecnologie e le competenze presenti nelle aziende.
 
La necessità è adesso quella, da un lato, di adeguare il Piano alle risorse correnti, nonché alle nuove sfide che l’industria deve affrontare alla luce della transizione sostenibile. Non è al momento chiaro quando arriverà la promessa revisione del Piano, né tantomeno come saranno rimodulati i crediti d’imposta previsti.
 
Quello che è certo è che - soprattutto in vista degli sforzi che a livello nazionale e internazionale vengono richiesti alle aziende per traghettare l’industria verso un modello produttivo più sostenibile -, è più che mai urgente realizzare la trasformazione in ottica 4.0 degli impianti. Con i crediti d’imposta confermati per il 2023, le aziende possono ancora contare su agevolazioni consistenti per mettere a terra questi investimenti. 
 

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