Robotica collaborativa: la rivoluzione dell'industria 4.0

28-apr-2021

La robotica collaborativa lavora accanto agli operatori, interagendo con essi in maniera sicura e permettendo scambi proficui per una maggiore efficienza.

robotica collaborativa
robotica collaborativa

Da quanto si è iniziato a dibattere di robotica collaborativa, gli esperti si chiedono: “I robot industriali cancelleranno centinaia di posti di lavoro o creeranno migliaia di nuove imprese intelligenti?”

Ora che la temuta quarta rivoluzione industriale può dirsi ben avviata, la domanda sopra ha trovato risposta: la robotica collaborativa ha portato un cambiamento importante in molte aziende che, oltre a essersi abituate alla collaborazione efficace tra persone e tecnologie, si sono evolute in termini di efficienza e di produttività. Il bilancio può dirsi dunque positivo.

D’altro canto l’innovazione non può essere fermata e mai come oggi procede a ritmi sostenuti: oltre ai cobot (altro termine per parlare di robotica collaborativa), ci sono i veicoli autonomi, gli RFID, la full traceability, la blockchain, l’intelligenza artificiale e le chatbot, soluzioni entrate a pieno titolo nel mondo del lavoro, determinando l’avvento dell’industria 4.0.

 

La robotica collaborativa è standardizzata

Negli ultimi anni la robotica collaborativa è entrata a pieno titolo in diverse aziende e pertanto l’Organizzazione internazionale per la normazione (ISO) ha deciso di redigere uno standard specifico. Si tratta dello standard ISO/TS 15066, che definisce i requisiti di sicurezza della robotica collaborativa.

Dallo stesso standard emerge forte il tema dell’interazione tra uomo e cobot: è infatti certificata la possibilità, senza alcun rischio, di interazione. La robotica collaborativa risponde dunque a tutti i principi dell’Industry 4.0, rappresentando una tecnologia abilitante e che si integra con l’Intelligenza Artificiale, IOT e IIOT, i Big Data, gli AGV, oltre che rispettare i principi di Lean Robotics.

La rivoluzione in chiave 4.0

D’altro canto, la quarta rivoluzione industriale è l’evoluzione dell’industria verso un modello intelligente, in cui la robotica collaborativa, l’interconnessione tra uomo e machina e la digitalizzazione giocano un ruolo centrale. I cobot sono specificatamente progettati per lavorare accanto agli operatori, interagendo con essi in maniera sicura e permettendo scambi proficui, i quali, in ultima analisi, determinano maggiore efficienza.

Alla robotica collaborativa si riconoscono alcuni innegabili meriti: velocizza i processi industriali più ripetitivi, è flessibile, è sicura ed è di facile utilizzo, non richiede infatti conoscenze di programmazione approfondite. Inoltre, diversamente da quanto si sarebbe portati a pensare, comporta investimenti tutto sommato sostenibili. Naturalmente non tutti i cobot sono uguali e non tutte le aziende possono mirare allo stesso grado di automazione, ma va detto che la robotica collaborativa non ha costi proibitivi e, tra l’altro, garantisce un ritorno dell’investimento certo.

Oramai è assodato: la robotica collaborativa non rende la presenza del personale obsoleto, perché lo sostituisce semplicemente nei compiti più gravosi, ripetitivi e faticosi. Ancora meglio, spingerà verso una riqualificazione generale. Basti pensare che, secondo i dati degli Osservatori Attivi del Politecnico di Milano, sono sei le figure specialistiche emergenti che dovrebbero collocarsi nelle aziende di servizi logistici entro i prossimi 5 anni: Innovation Manager, Informatico dell’Automazione, Informatico Logistico, Big Data Analyst, Digital Transformation Manager e consulente in Intelligenza Artificiale.

Con la robotica collaborativa il futuro è già qui

Con l’imminente avvento della production logistic, con una filiera personalizzata, automatizzata e locale, la robotica collaborativa giocherà un ruolo di primo piano. La produzione e la commercializzazione di massa di prodotti di base sta cedendo il passo a una supply chain contrassegnata da servizi molto specifici a valore aggiunto.

Supply chain personalizzata significa infatti prodotti su misura secondo le particolari esigenze del cliente, il che fa entrare in gioco non solo la robotica collaborativa, ma anche altre tecnologie tra cui l’Intelligenza Artificiale, l’impiego di sensori lungo tutta la filiera e i marketplace elettronici. Innovazioni che, sommate, permettono anche di monitorare il consumatore, e quindi di produrre in base ai segnali della domanda e non più in base alle previsioni di lungo periodo.

Le ricadute sembrano essere positive, anche in termini di impatto ambientale, per le aziende e per i consumatori: le prime non devono più produrre in surplus e non devono più fare stock, i secondi possono fare acquisti personalizzati a tutte le ore, in qualsiasi momento, dal luogo che preferiscono.