Green packaging e plastica, quali soluzioni per il 2023?

19-mag-2023

Grazie al green packaging realizzato con materiale riciclabile, biodegradabile, proveniente da fonti rinnovabili è possibile ridurre la carbon footprint dall’imballaggio al trasporto.

Per il settore degli imballaggi industriali, la transizione ecologica è sinonimo di green packaging. L’adozione di soluzioni d’imballaggi sempre più innovative ed ecologiche realizzate con materiali riciclabili, è una delle pratiche inserite nelle strategie di sostenibilità aziendali per una produzione a minore impatto sull’ambiente. 

Nel 2022 sono state prodotte nel mondo 400 milioni di tonnellate di plastica. Con questo ritmo di produzione si stima che entro il 2050 saranno oltre il miliardo. Questi i dati emersi dal report “The Climate Impact of Our Insatiable Plastic Addiction, pubblicato a dicembre da Bloomberg. Secondo le valutazioni Ocse del 2022, a questi numeri corrisponde un livello di emissioni di gas serra che rappresenta il 3,4% delle emissioni globali. 

Il settore degli imballaggi gioca un ruolo determinante su questi dati. La gran parte dei rifiuti solidi è causata dagli imballaggi e la plastica, attualmente, è il materiale più utilizzato a livello mondiale. Negli USA, ad esempio, si stima che la percentuale dei rifiuti da imballaggi ammonti al 30% del totale

Per minimizzare i rifiuti di plastica, ormai da tempo, il settore industriale è impegnato nella ricerca di alternative ecosostenibili alla plastica mediante l’uso di imballaggi innovativi ed ecologici con materiali riciclabili. 

Il green packaging è uno degli strumenti su cui punta l’Unione Europea per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030 e la carbon neutrality entro il 2050 nell’ambito delle nuove politiche ambientali. 

Ma quali sono le caratteristiche del green packaging, quali le soluzioni per il 2023?

Che cosa significa green packaging?

In base all’art.218, comma 1 lettera h) del D. Lgs 152/2006 e s.m. per green packaging si intende la “Riduzione, in particolare attraverso lo sviluppo di prodotti e di tecnologie non inquinanti, della quantità e della nocività per l’ambiente sia delle materie e delle sostanze utilizzate negli imballaggi e nei rifiuti di imballaggio, sia degli imballaggi e rifiuti di imballaggio nella fase del processo di produzione, nonché in quella di commercializzazione, della distribuzione, nell’utilizzazione e della gestione post-consumo”.

Il concetto di green packaging, quindi, non deve essere associato soltanto alla riduzione al minimo del peso e del volume degli imballaggi, ma anche ad azioni in grado di ridurne l’impatto ambientale, attraverso un approccio basato sull’analisi del ciclo di vita della soluzione impiegata per confezionare un determinato prodotto. 

Per essere identificato come “green packaging”, quindi, l’imballaggio deve possedere alcuni requisiti, tra i quali: 

  • essere realizzato con materiale riciclabile, biodegradabile, proveniente da fonti rinnovabili, e possedere un design ispirato ai principi dell’economia circolare, capace di garantire la sicurezza e la protezione del prodotto in termini di standard di sicurezza e igiene;
  • avere un involucro semplice e facile da smaltire per garantire una corretta raccolta differenziata, sul quale siano riportate chiaramente le informazioni sulla natura dei materiali;
  • essere progettato in modo che venga garantito un secondo ciclo di vita dopo il suo impiego, favorendo così il modello circolare del riuso. 

Diminuire la materia prima dell’imballaggio, e quindi le sue dimensioni, significa alleggerirlo e, di conseguenza, ridurre i rifiuti. L’impiego di fonti energetiche rinnovabili e macchinari innovativi sostenibili nel processo produttivo consente di limitare quanto più possibile gli scarti di produzione e gli sprechi delle materie prime.

Il Life Cycle Assessment (LCA) è lo strumento che attesta la sostenibilità del packaging e permette alle imprese di valutare l’impatto ambientale del prodotto. 

Il green packaging deve essere quindi realizzato in modo sempre più responsabile e sostenibile, con soluzioni realizzate con materie prime biodegradabili e riciclabili, come carta, cartone e polietilene riciclato, ottenute con metodi di estrazione e produzione volti a generare un minore impatto ambientale. Così facendo si limitano i consumi energetici sia nelle fasi e nei processi di produzione che di logistica e si considerano le eventuali ripercussioni dell’imballaggio sull’ambiente durante tutto il suo ciclo di vita. 

Le possibili strade del ciclo di vita del green packaging sono due, quella di un ulteriore riciclo, a fine utilizzo, e quella del riuso e trasformazione

Recentemente, nell’ambito del Green Deal Europeo per l'economia circolare, la Commissione Europea ha presentato una proposta di revisione della legislazione comunitaria sugli imballaggi e sui rifiuti che ne derivano, il Packaging and packaging waste regulation, con il quale si punta a:

  • ridurre la produzione di rifiuti da imballaggio del 15% pro capite entro il 2040 rispetto al 2018 potenziando sia il riutilizzo che il riciclo;
  • rendere tutti gli imballaggi riciclabili entro il 2030;
  • introdurre tassi vincolanti di contenuto riciclato da inserire nei nuovi imballaggi in plastica.

La proposta prevede dunque la massiccia introduzione di imballaggi industriali riutilizzabili e riutilizzati in un sistema di riutilizzo, almeno il 20% dal 2030 (e dal 2040 l’80%), al posto degli imballaggi riciclabili monouso.   

Secondo le previsioni, se questi obiettivi venissero raggiunti, la produzione di rifiuti di imballaggio nel 2030 si ridurrebbe di 18 milioni di tonnellate e nel 2040 di 32 milioni di tonnellate, il che comporterebbe una produzione di 3,1 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio in meno rispetto al 2018. 

Le soluzioni di green packaging per il 2023

Le aziende sono fortemente impegnate sia nella ricerca costante di innovative soluzioni di imballaggi ecologici, per ridurre l’impiego di plastiche derivate dal petrolio sostituendo la plastica con il cartone o la carta oppure utilizzando plastiche riciclate, che nella riduzione ulteriore del volume degli imballaggi nonché del peso di quelli di plastica e carta. 

I principali materiali utilizzati per il green packaging sono la plastica riciclata, biodegradabile, le materie plastiche vegetali, la carta e cartone riciclato, il legno da silvicoltura sostenibile, il cartone ondulato, riciclabile al 99,9% e personalizzabile, e i sacchetti in polietilene riciclato. 

Tutti questi materiali consentono la creazione di imballaggi altamente funzionali che con il minimo consumo di materia prima garantiscono un prodotto di qualità e rispondente ai requisiti del green packaging

In particolare, sono sempre più numerose le aziende che hanno avviato dei progetti per garantire il green packaging per il trasporto dei propri prodotti e soluzioni, mediante lo sviluppo, insieme ai propri fornitori, di soluzioni d’imballaggi per i clienti sempre più innovative ed ecologiche. 

Tra queste, per i fissaggi durante il trasporto, al posto di una convenzionale schiuma bicomponente, SICK utilizza già da tempo solo carta solida e la pellicola a bolle d’aria con una percentuale di plastica riciclata non inferiore al 50% per garantire la sicurezza. 

Inoltre, sostituisce gli imballaggi standard in plastica, con sacchetti di plastica di tre dimensioni diverse, per ridurre così gli imballaggi secondari. Dimensioni di imballaggi più ridotte e adatte consentono, infatti, di ridurre il consumo di plastica, nonché il volume complessivo degli imballaggi stessi. 

In tal modo, SICK riduce la carbon footprint dall’imballaggio fino al trasporto e contribuisce a preservare intatto l’ambiente.

 

Leggi anche:

sostenibilità digitale

Sostenibilità digitale, perché la smart factory è l'esempio perfetto

Continua a leggere

Gas non contabilizzato

Gas non contabilizzato, perché l'IIoT aiuta a risolvere il problema

Continua a leggere

Industria sostenibile e 4.0: le tecnologie più efficienti

Continua a leggere