Catena logistica integrata: cos'è e che tecnologie usare

22-feb-2021

La catena logistica integrata mira a rafforzare il legame tra i diversi anelli della filiera, rendendo i flussi di prodotto e di informazioni più efficienti ed efficaci.

Catena logistica integrata: cos'è e che tecnologie usare
Catena logistica integrata: cos'è e che tecnologie usare

La catena logistica integrata è forse l’unico modello adeguato per rispondere alla sfida imposta da e-commerce, omnicanalità e acquisto on demand, in cui la qualità del servizio logistico assume un ruolo cruciale nella customer experience. Grazie infatti all’ottimizzazione dei flussi e al contenimento delle inefficienze, si riducono i costi del servizio aumentandone allo stesso tempo la qualità. Quando i tempi della consegna sono rapidi e certi, gli errori sono pressoché azzerati. 

Ma che cosa fare per ottenere una catena logistica integrata che funzioni? La risposta sta nell’impiego della tecnologia, intendendola però non come soluzione, ma come strumento per raggiungere lo scopo. Prima di selezionare la tecnologia più adeguata per realizzare una catena logistica integrata, è infatti indispensabile un’accurata analisi del contesto e la messa a punto di un circolo virtuoso volto al miglioramento continuo. Vediamo nel dettaglio.

Identificare le inefficienze e i costi occulti

La catena logistica integrata mira, per sua stessa natura, a rafforzare il legame tra i diversi anelli della filiera, rendendo i flussi di prodotto e di informazioni più efficienti ed efficaci lungo tutto il percorso, dalla produzione alla destinazione finale. In altre parole, la catena logistica integrata è un modello logistico in cui ogni anello della filiera dialoga con quello precedente e quello successivo senza errori e senza intoppi. 

Il primo passo per implementarla è scoprire quali sono gli anelli deboli della catena, quelli in cui le informazioni non giungono corrette, generando costi occulti e inefficienze. Per farlo, vi sono alcune tecniche particolarmente utili allo scopo: si può iniziare con quella che i giapponesi definiscono Gemba Walk, ossia una passeggiata nei luoghi fisici dove si nascondono i problemi (per esempio il magazzino, oppure l’ufficio ordini) tesa a verificare dal vivo quello che accade nel quotidiano. Ma se il problema è difficile da identificare, meglio applicare anche la tecnica dei “5 perché”, che consiste nel chiedersi per cinque volte il motivo di un accadimento: in questo modo, la causa del problema di sicuro verrà alla luce. 

Tutte le soluzioni della tecnologia

Evidenziato il problema, è il momento di trovare la soluzione: per esempio, si potrà decidere di snellire i processi, di velocizzare i flussi di materiale o di informazioni, di riprogettare il layout del magazzino, di rimodulare il rapporto con partner e fornitori, di definire procedure e protocolli nuovi, il tutto finalizzato all’ottenimento della catena logistica integrata: parole chiave sono la connessione tra uomini e macchine e la digitalizzazione

Detto questo, occorrerà selezionare la tecnologia più idonea in base al contesto, al potere di investimento, alla propensione verso l’innovazione dell’azienda: non è obbligatorio propendere per l’automazione spinta e a trecentosessanta gradi. Un aiuto concreto può arrivare anche solo da parziali automatismi, da sensori che accrescono la sicurezza nella convivenza uomo-macchina, da luci e suoni che facilitano il picking, da macchine che velocizzano le operazioni. Oppure si può pensare ai collaboratori di ultima generazione.

Catena logistica integrata: un aiuto concreto dai cobot

Semplici da utilizzare e da formare, compatibili con la presenza dell’operatore, leggeri – possono quindi essere spostati dove necessario – e, soprattutto, flessibili, tanto da poter essere impiegati in diversi contesti, nei più svariati settori: i cosiddetti cobot (robot collaborativi) possono rivestire un ruolo di primaria importanza se si mira a una catena logistica integrata. 

La collaborazione uomo-robot risulta decisamente più produttiva rispetto al lavoro svolto autonomamente dall’operatore o dal robot. Questi ultimi sono infatti più complessi da utilizzare, meno avanzati tecnologicamente e più “rigidi”. Al contrario, non esiste applicazione che non possa essere svolta da un cobot. Una soluzione che, oltre a ridurre i costi, rappresenta un investimento iniziale economicamente abbordabile.